La lettera che tuo figlio adolescente non può scriverti

In Psicologia Clinica, Psicologia Clinica Adolescenti, Psicologia Clinica Famiglia by Centro PSY

The Letter Your Teenager Can’t Write You” è una lettera scritta dalla psicologa americana Gretchen L. Schmelze.

Più che una lettera, è un ponte che permette una comunicazione tra due mondi (adolescenti – genitori) che spesso hanno l’impressione di non parlare più la stessa lingua.

Gretchen L. Schmelzer offre l’opportunità ai genitori di capire meglio l’universo interiore di quel figlio che lotta per costruirsi un’identità.

Questo testo è un tendere la mano, è un invito a capire, a capirsi.

 

Caro Genitore,

“questa è la lettera che vorrei poterti scrivere.

Di questa battaglia che stiamo combattendo, adesso.

Ne ho bisogno. Io ho bisogno di questa lotta.

Non te lo posso dire perché non conosco le parole per farlo e in ogni caso non avrebbe senso quello che direi. Ma, sappi, che ho bisogno di questa battaglia, disperatamente.

Ho bisogno di odiarti, proprio ora e ho bisogno che tu sopravviva a tutto questo.

Ho bisogno che tu sopravviva al mio odiare te, e al tuo odiare me. Ho bisogno di combattere con te, anche se persino io lo detesto.

Non importa neanche quale sia il motivo di questo continuo battagliare: l’ora del coprifuoco, i compiti, il bucato, la mia stanza disordinata, le uscite, il rimanere a casa, l’andare via di casa, rimanere a vivere in questa famiglia, il mio ragazzo, la mia ragazza, sul non avere amici, o sull’avere brutte compagnie.

Non è importante. Ho bisogno di litigare con te su queste cose e ho bisogno che tu lo faccia con me.

Ho disperatamente bisogno che tu mantenga l’altro capo della corda.

Che tu lo stringa forte mentre io strattono l’altro capo, mentre cerco di trovare dei punti di appiglio per vivere questo mondo nuovo.

Prima io sapevo chi ero, chi fossi tu, chi fossimo noi, ma adesso non lo so più. In questo momento sono alla ricerca dei miei confini e a volte riesco a trovarli solo quando faccio questo tiro alla fune con te.

Quando spingo tutto quello che conoscevo fino al limite. E’ proprio in quel momento che sento di esistere, e per un minuto riesco a respirare.

E lo so che ti manca quel dolcissimo bambino che sono stato.

Lo so, perché quel bambino manca anche a me e questa nostalgia è quello che rende tutto così doloroso adesso.

Io ho bisogno di lottare e ho bisogno di vedere che i miei sentimenti, per quanto brutti o esagerati siano, non distruggeranno né me e né te.

Ho bisogno che tu ami anche il peggio di me, anche quando sembra che io non ti ami.

In questo momento ho bisogno che tu ami sia me sia te, per conto di tutti e due.

Lo so che fa schifo essere trattati male, ma ho bisogno che tu lo tolleri, e che ti faccia aiutare da altri adulti a farlo.

Perché io non posso farlo in questo momento. Se vuoi stare insieme ai tuoi amici adulti e fare un “gruppo di mutuo-aiuto-per-sopravvivere- al-tuo-adolescente”, fai pure.

Parla pure di me alle mie spalle, non mi importa. Solo non rinunciare a me, non arrenderti a questo conflitto: ne ho bisogno.

Questa è la battaglia che mi insegnerà a capire che le mie ombre non sono più grandi della mia luce. Questa è la battaglia che mi insegnerà a capire che i sentimenti negativi non significano la fine di una relazione.

Questa è la battaglia che mi insegnerà a capire come ascoltare me stesso, anche quando questo potrebbe deludere gli altri.

Questa battaglia finirà. Come ogni tempesta, si placherà.

E io dimenticherò, e tu dimenticherai. E poi tornerà di nuovo. E allora io avrò bisogno che tu stringa la corda ancora.

Avrò bisogno di questo ancora per anni.

Lo so che non c’è nulla di bello o soddisfacente per te in questa situazione, come so che probabilmente non ti ringrazierò mai per questo, e nemmeno ti riconoscerò questo duro lavoro, anzi, con tutta probabilità ti criticherò ferocemente.

Sembrerà che qualunque cosa tu faccia non sia mai abbastanza.

Eppure, mi affido completamente alla tua capacità di restare in questo scontro.

Non importa quanto io discuta, non importa quanto io mi lamenti. Non importa quanto io mi chiuda nel mio silenzio.

Per favore, tieni stretto l’altro capo della fune.

Sappi che stai facendo il lavoro più importante che qualcuno possa mai fare per me in questo momento

 

Con amore,

tuo figlio

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