Piccola polis: la scuola primaria senza voti né pagelle, che insegna a seguire il proprio talento

In Psicologia Familiare by Centro PSY

Si chiama Piccola Polis ed è la nuova scuola primaria nata dal seme piantato del maestro Paolo Mai nel suo asilo nel bosco. Una scuola unica, senza voti, dove i bimbi possono scoprire e coltivare le proprie passioni senza la paura di essere giudicati. Una scuola non solo all’aperto ma “aperta”, gestita da un’associazione in cui i genitori avranno un ruolo cruciale.

Partirà il prossimo settembre ad Ostia Antica la primaria “Piccola Polis”, progetto nato dalla collaborazione tra “L’asilo nel Bosco” e “Una scuola”.

L’asilo nel bosco, una nostra vecchia conoscenza. Una realtà che da 4 anni propone una didattica a contatto con la Natura, basata sull’esperienza diretta e il gioco e che ne ha ispirato altre, come Il bosco dei piccoli, in Piemonte.

“Una Scuola” è un manifesto pedagogico elaborato da due ricercatrici dell’università Bicocca di Milano, Monica Guerra e Francesca Antonacci. Alla base di Piccola Polis vi è l’idea di costruire una scuola ispirata ad alcuni modelli virtuosi del passato ma attenta alle innovazioni pedagogiche, dove non ci saranno, voti, pagelle e compiti a casa e non si ragionerà nell’ottica delle materie ma sulla base di esperienze globali.
Ed è già tutto esaurito, come ci racconta il maestro Paolo Mai. Si partirà da settembre con una classe prima, formata da 25 bambini. Ciascuno di loro, coi propri tempi e col proprio ritmo, si avvicinerà ad esperienze che corrispondono al proprio interesse, con percorsi individuali e specifici.

“Adesso l’asilo nel bosco è gestito dall’associazione di tutti i genitori, ci siamo dati questa modalità che sta attivando una serie di comportamenti virtuosi e relazioni nuove. Ovviamente le due sfere rimangono ben distinte ma visto che l’asilo nel bosco ha l’obiettivo di ‘contaminare’ la scuola pubblica, più energie si attivano, meglio è. I genitori stanno dentro al progetto, è la cosa più bella che stiamo vivendo da un anno a questa parte” spiega a greenMe.it Paolo Mai.

La giornata tipo dei 25 fortunati studenti vedrà nella prima parte la presenza di 2 o 3 maestre che si occuperanno di loro, concentrandosi sull’aspetto relazionale, su quello emozionale e sulla parte più propriamente curricolare:

“Si può imparare a leggere e a contare attraverso dei giochi e attraverso esperienze significative che sfruttando la partecipazione emozionale dei bambini garantiranno gioia e vitalità al processo di apprendimento”.

Nella seconda parte della mattinata dopo aver fatto merenda, saranno i bambini a scegliere tra ciò che preferiscono: musica, danza, teatro, sport, lettura nella biblioteca, orto, lavoro con gli animali, sperimentazioni nel laboratorio scientifico o nella stanza della tecnologia. Spazio anche alle gite sul territorio, che permetteranno ai bambini di appassionarsi di storia, geografia e scienze.
Il pomeriggio invece sarà dedicato all’ozio. Ma attenzione. Il dolce far nulla non c’entra. In un mondo che tende a riempire di attività e a programmare le giornate dei piccoli, i bambini di Piccola Polis dovranno chiedersi“ Cosa mi piacerebbe fare”?

“Siamo convinti che i bambini naturalmente si autovalutano e sanno come regolarsi. La funzione del maestro secondo noi non è quella di dare voti anche perché si usano parametri standard e significa considerarli tutti uguali. E tutti uguali non sono. Ognuno ha il suo talento e lo esprime, ma non necessariamente dovrà eccellere in tutte le discipline. L’importante è che coltivi le sue passioni, così probabilmente sarà una persona felice, non ne cercherà all’esterno le certificazioni. Noi ovviamente lavoreremo sui campi di esperienza del Ministero e siamo convinti che nell’arco dei cinque anni raggiungeremo tutti gli obiettivi, come accade con l’asilo nel bosco. Ragioneremo nell’ottica dell’individualità, dei percorsi individuali” continua Paolo Mai.

Ancora una volta sarà la Natura la maestra preferita visto che, come ha già dimostrato l’asilo nel bosco, nessuno più di lei riesce a mantenere viva la curiosità, che è il motore principale dell’apprendimento.

Fonte: greenMe.it
Autore: Francesca Mancuso

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