Babbo Natale esiste o non esiste? Parlarne con i figli?

In Psicologia Familiare by Centro PSY

Ormai siamo a metà novembre e l’arrivo di Babbo Natale si fa sempre più vicino, così come alcune domande di molti genitori. E’ giusto o meno raccontare la storia di Babbo Natale ai propri figli? I genitori che lo fanno, sono degli imbroglioni? I figli che credono a questa magica favola sono dei creduloni? E’ giusto raccontare la verità sull’esistenza di questo vecchio lappone che nella notte di Natale porta i doni a tutti i bambini del mondo? Se si, a quale età?

Insomma, sembra un problema da poco ma è in gioco la credibilità degli adulti e la serenità dei bambini! La questione è importante tanto che anche gli psicologi se ne sono occupati facendo delle vere e proprie ricerche. Ecco, quindi, alcuni punti importanti alla luce delle ricerche psicologiche.

Il primo elemento da considerare è che la questione su Babbo Natale va analizzata alla luce dell’età dei bambini. Fino a circa 5-6 anni, i bambini non sono ancora essere razionali come noi adulti, perché vivono in un mondo ancora “magico” in cui la realtà si sposa ancora bene con la fantasia. Fino a quell’età il pensiero razionale non è ancora sviluppato e, quindi, non è utile dare spiegazioni razionali ai bambini; è più opportuno assecondare il loro pensiero magico. La fantastica storia di Babbo Natale, quindi, anche se illogica alla mente degli adulti e dei bambini più grandi, entro i 5-6 anni è perfetta per allietare e rendere magica la festa del Natale.

La questione si fa più complessa con il crescere dell’età dei bambini. A partire dai 6 anni un bambino inizia a sviluppare un pensiero concreto e quindi diventa più capace di riflettere sulla logicità della storiella mettendola a confronto con la propria esperienza concreta, per poi negli anni successivi verso i 10 anni, iniziare a fare un’analisi logica slegata dalla propria esperienza concreta e semplicemente basata sui principi del ragionamento ipotetico-deduttivo. In sintesi, la storia di Babbo Natale dopo i 6 anni può iniziare a vacillare perché inizia ad essere analizzata maggiormente secondo i principi della logica. Ecco che le domande sull’esistenza o meno di Babbo Natale possono iniziare a comparire dopo questa età.

Se, però, dai 6 ai 9 anni circa, è ancora comprensibile che un bambino creda ancora a Babbo Natale, seppur con qualche dubbio, dai 9 anni in poi, diventa sempre meno in sintonia con le potenzialità del proprio sviluppo cognitivo e potrebbe essere un segnale di un’immaturità emotiva, cioè di un desiderio ancora forte di rimanere ancorati ad un mondo fantastico per non doversi scontrare con la realtà spesso più dura e difficile.

Per un genitore, quindi, diventa importante sapere che entro i 5-6 anni non è un problema validare la storia di Babbo Natale, tra i 6 e i 9 anni è opportuno farsi trovare pronti per rispondere alle domande dei bambini mantenendosi ancora ad un livello intermedio tra fantasia pura e verità nuda e cruda, mentre dopo i 9 anni diventa importante parlare chiaramente al bambino sulla vera natura di Babbo Natale.

Qual è, quindi, il momento giusto per parlarne? Le ricerche svolte sul tema mettono in evidenza che non esiste un momento giusto ma va calibrato in base al bambino, anche alla luce di quanto detto in precedenza. L’indicazione generale è quella di aspettare che il bambino faccia delle domande dirette in modo da non parlare dell’argomento quando il bambino non è ancora pronto per iniziare a mettere in discussione la verità su Babbo Natale conosciuta fino a quel momento. Se, ad esempio un bambino entro i 5-6 anni chiede a mamma o papà se è vero che esiste Babbo Natale può essere opportuno mantenere la credenza sulla magia del vecchio dalla barba bianca, ribadendo che alcuni ci credono e altri no e chiedendo a lui cosa ne pensa. Quando un bambino di 6 anni invece non si lascia convincere delle meravigliose capacità di questo vecchietto così generoso può essere opportuno rispondere che Babbo Natale si fa aiutare dai genitori. Se le risposte dei genitori sembrano non bastare, soprattutto andando avanti con l’età, vale la pena essere sinceri e spiegare che Babbo Natale non esiste e che si tratta di una favola che tutti i genitori amano raccontare ai propri figli per rendere magico il momento di Natale. A questo punto occorre chiedere la collaborazione nel mantenere il segreto per non rovinare questo bel momento gioioso a fratelli o amici.

Ma siamo sicuri che si tratta solo di una favola? Si tratta forse di una piccola bugia? Ebbene sì, obiettivamente si tratta di una piccola bugia che i genitori raccontano ai propri figli a fin di bene, per giustificare l’arrivo di regali magari anche desiderati da tempo. E’ proprio per questo che molti genitori vivono con una certa preoccupazione l’argomento perché temono di imbrogliare i propri bambini e di farli sentire traditi. In realtà, le ricerche sembrano rassicurare questi genitori perché hanno riscontrato che il malessere maggiore lo provano i genitori in quanto i bambini riescono a superare piuttosto velocemente l’iniziale delusione comprendendo perfettamente la buona intenzione che ci sta dietro. Se poi il rito dei regali sotto l’albero viene comunque mantenuto, ecco che il sorriso ritorna presto sui loro volti.

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