Intelligenza emotiva

In Psicologia del Lavoro by Centro PSY

Il quoziente di intelligenza “QI” mostra i suoi limiti quando viene utilizzato per prevedere il successo che un individuo otterrà poi nella vita professionale e, più in generale, in quella sociale.
Spesso, infatti, a elevati quozienti intellettivi, corrispondono risultati mediocri nel campo del lavoro e della riuscita sociale.
Infatti l’intelligenza basata sull’esercizio della pura razionalità è solo una delle molte capacità che impieghiamo per risolvere le situazioni problematiche che incontriamo nella vita di tutti i giorni.
L’intelligenza emotiva, è un aspetto dell’intelligenza legato alla capacità di percepire, identificare e riconoscere le emozioni proprie ed altrui in maniera precisa nel momento stesso in cui sorgono.
L’intelligenza emotiva permette di spiegare il successo di persone non dotate di spiccate capacità logico-matematiche, ma caratterizzate da forti potenzialità emotive e di trascinamento delle masse.
L’ intelligenza emotiva, è stata studiata nelle sue molteplici componenti e nelle conseguenze pratiche da Daniel Goleman, docente di psicologia ad Harvard e sicuramente uno degli esperti più conosciuti. E ’stata la sua opera divulgativa a suscitare l’interesse del grande pubblico.
Daniel Goleman distingue l’intelligenza emotiva in intelligenza emotiva personale ed intelligenza emotiva sociale.
Intelligenza emotiva personale
Auto-conoscenza, ovvero la consapevolezza delle nostre emozioni, implica dare un nome e un senso alle nostre emozioni negative .Ed inoltre una autovalutazione obiettiva delle proprie capacità e dei propri limiti, così da riuscire a proporsi mete realistiche, scegliendo poi le risorse personali più adeguate per raggiungerle.
Auto-controllo implica la capacità di gestire efficacemente le nostre emozioni, il che non vuol dire negarle o soffocarle, ma saperle esprimerle in una forma socialmente accettabile.
Auto-motivazione, implica una giusta dose di ottimismo e di spirito di iniziativa, attitudini che spingono a perseguire i propri obiettivi, reagendo attivamente agli insuccessi e alle frustrazioni.
L’intelligenza emotiva sociale
Empatia, ossia la capacità di riconoscere le emozioni e i sentimenti negli altri. Essere empatici significa percepire il mondo interiore dell’altro, mantenendo tuttavia la consapevolezza della propria alterità.
Comunicazione, è invece la capacità di parlare agli altri, facendo coincidere il contenuto esplicito dei messaggi (le parole) con le proprie convinzioni ed emozioni (involontariamente rivelate attraverso il linguaggio del corpo). Comunicare in maniera efficace è anche saper ascoltare e fare domande, mantenendo una reale attenzione alle risposte emotive dei nostri interlocutori.
Ed ecco una buona notizia, secondo Goleman , mentre l’intelligenza legata al QI tende a stabilizzarsi intorno ai 16 anni per poi incominciare lentamente a declinare, l’intelligenza emotiva può essere migliorata nel corso di tutta la vita…

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