La funzione simbolica quale elemento della articolazione tra funzioni cognitive e funzioni psicomotorie

In Psicologia Clinica by Centro PSY

Le funzioni psicomotorie e le funzioni cognitive corrispondono a due insieme funzionali differenti. Lo sviluppo delle funzioni psicomotorie è fondamentale per l’educazione cognitiva del soggetto in quanto l’evoluzione delle seconde, è tributaria dello sviluppo della prima. La relazione tra funzioni psicomotorie e funzioni cognitive si pone nell’articolare in modo significativo ciò che è proprio dell’esperienza vissuta attraverso l’attività corporea con l’attività delle strutture mentali. Le funzioni cognitive sono infatti di due tipi: quelle di carattere puramente mentale come il linguaggio, la funzione simbolica, l’astrazione, la logica e quelle su cui si basa ed evolve lo sviluppo del “mentale”, cioè le funzioni percettive legate alla motricità.

Nel periodo della scolarizzazione obbligatoria avviene l’articolazione tra i due ordini di funzioni cognitive attraverso l’acquisizione della lettura e della scrittura dove interagiscono i prerequisiti psicomotori e la funzione simbolica.

Le funzioni mentali
Le funzioni mentali sono di due tipi: psicoaffettive e cognitive; in questo scritto ci occuperemo delle seconde. Le funzioni mentali cognitive sono quelle attraverso cui la persona realizza gli apprendimenti, sono:
rappresentazione mentale
funzione simbolica verbale e grafica
logica
In questo studio vogliamo soffermarci sulla funzione simbolica e sui rapporti tra questa e la logica.

Lo sviluppo dell’intelligenza secondo Piaget
La teoria di Piaget riguardante lo sviluppo delle funzioni cognitive è attualmente rimessa in discussione. Questa teoria sostiene che l’intelligenza evolve in un certo numero di tappe:
la prima è quella dell’intelligenza senso-motoria che evolve fino a due anni
la seconda è quella dell’intelligenza preoperatoria delle operazioni concrete, che evolve dai 2 ai 6 anni periodo della scuola materna
la terza è quella delle operazioni concrete che evolve dai 6 agli 11 anni circa, periodo della scuola elementare
la quarta dell’intelligenza ipotetico- deduttiva dai 12 anni in poi vede l’evoluzione della forma d’intelligenza più astratta.
Piaget ammetteva l’ipotesi dell’esistenza di una continuità nel passaggio da una tappa all’altra, ma con delle particolarità specifiche per ognuna di queste.

Oggi è questo aspetto della continuità evolutiva ad essere messo in discussione dalle teorie psicolinguistiche. Secondo Chomskj, non esiste continuità evolutiva tra l’intelligenza ipotetico-deduttiva e le tappe precedenti, in modo particolare la logica non evolve ulteriormente tra la tappa del pensiero operatorio concreto e quella del pensiero ipotetico- deduttivo. Secondo questo noto linguista la logica è una funzione cognitiva specifica, e non legata allo sviluppo del pensiero, bensì la traduzione del funzionamento delle leggi di funzionamento della corteccia cerebrale, quindi innata. Sviluppandosi linguaggio e funzioni percettive anche la logica diventa sempre più sofisticata. Attraverso il contributo psicolinguistico è possibile spiegare la dissociazione tra le funzioni cognitive e le funzioni corporee ed in particolare il problema posto dal soggetto psicotico dove la logica ha un buon funzionamento, ma ha l’incapacità di poter esercitare l’intelligenza senso-motoria e le altre funzioni corporee.

Fattori psicomotori di base per gli apprendimenti scolastici
Gli apprendimenti metodici di lettura, scrittura e calcolo, pongono i bambini all’inizio della scolarizzazione primaria nella necessità di possedere particolari condizioni di base che sono i prerequisiti. Bambini normodotati dal punto di vista intellettivo possono incontrare problemi nell’apprendimento perché non hanno ancora raggiunto uno stadio adeguato di sviluppo delle funzioni psicomotorie, cioè motorie, corporee, sensoriali, percettive, richiesto per apprendere.

Oltre ai prerequisiti di tipo psicomotorio, vi è poi quello della padronanza della lingua materna che si colloca tra le problematiche legate all’ambiente familiare. Il bambino che ha avuto la possibilità di confrontarsi con un ambiente familiare dove il linguaggio è stato sufficientemente ricco si trova in condizioni di vantaggio rispetto al bambino cresciuto in ambiente meno favorevole da questo punto di vista. Il linguaggio infatti, tanto sul piano fonetico-fonologico che su quello della sintassi rappresenta una condizione favorente gli apprendimenti scolastici. Un altro fattore di base per l’apprendimento è lo sviluppo della funzione simbolica che corrisponde al livello intellettivo del bambino. A seguito di osservazioni sul Quoziente intellettuale si è notato che la possibilità per il bambino di passare dal codice sonoro a quello visivo -grafico si situa attorno al livello di Q.I. di 70, mentre al di sotto il bambino trova problemi quasi insormontabili per imparare a leggere, scrivere e far di conto.E’ uso comune preparare il bambino alle difficoltà della scolarizzazione anticipandogli gli apprendimenti scolastici di almeno un anno. Occorre invece precisare con molta chiarezza che nel periodo precedente la scolarizzazione è necessario potenziare al massimo le possibilità individuali nelle tre categorie di prerequisiti sopraccitati, con particolare riguardo ai fattori psicomotori che giocano un ruolo fondamentale nello sviluppo del bambino.

Le funzioni psicomotorie e le funzioni cognitive corrispondono a due insieme funzionali differenti. Lo sviluppo delle funzioni psicomotorie è fondamentale per l’educazione cognitiva del soggetto in quanto l’evoluzione delle seconde, è tributaria dello sviluppo delle prime. La relazione tra funzioni psicomotorie e funzioni cognitive si pone nell’articolare in modo significativo ciò che è proprio dell’esperienza vissuta attraverso l’attività corporea con l’attività delle strutture mentali. Le funzioni cognitive sono infatti di due tipi: quelle di carattere puramente mentale come il linguaggio, la funzione simbolica, l’astrazione, la logica e quelle su cui si basa ed evolve lo sviluppo del “mentale”, cioè le funzioni percettive legate alla motricità. Nel periodo della scolarizzazione obbligatoria avviene l’articolazione tra i due ordini di funzioni cognitive attraverso l’acquisizione della lettura e della scrittura e del calcolo matematico, dove interagiscono i prerequisiti psicomotori e la funzione simbolica. La realizzazione di lettura,scrittura e calcolo dipendono dunque dai tre prerequisiti fondamentali che il bambino dovrebbe possedere verso i 6 anni: la funzione simbolica verbale e grafica; il linguaggio espressivo e non condizionato; un equilibrato sviluppo delle funzioni psicomotorie, che gli consentano una certa efficacia nella organizzazione spaziale,nella organizzazione temporale,nella strutturazione dello Schema Corporeo e nell’aggiustamento motorio.

Un aspetto molto importante per il soggetto che apprende la lettura e la scrittura ed il calcolo matematico è l’organizzazione spazio-temporale, che deve essersi sviluppata correttamente dalla nascita ai 6 anni, e che deve continuare ad evolvere fino alla maturazione completa, che avviene all’incirca verso i 9/10 anni,durante il periodo della scolarizzazione elementare.

La realizzazione della lettura necessita che il bambino colga la differente microforma spaziale delle diverse lettere e sillabe e la differente collocazione temporale delle medesime per riconoscere quelle che si presentano prima dalle successive:tutto ciò vale per lettere,sillabe,parole, numeri,righe del testo. Forme e dimensioni sono due fenomeni legati alla capacità di organizzazione spaziale della persona:in particolare è necessaria la corretta interpretazione ed esecuzione(motricità fine) delle microforme che costituiscono le lettere dell’alfabeto.

Inoltre per essere comprensibile la lettura deve essere realizzata con una certa ritmicità consequenziale delle parole e delle frasi, con un andamento da sinistra verso destra e dall’alto in basso. Un altro aspetto molto importante in lettura e scrittura è la coordinazione occhio-mano A queste problematiche si aggiungono a volte, in casi di dislessia o di disgrafia, altre riguardanti l’attività di percezione sonora o fonetico- fonologica,che differenziano la lettura solo visiva da quella a voce alta. Sembra comunque accertato che la lettura visiva sia possibile solo dopo una elaborazione particolare del segno grafico, che è sempre dipendente dal suono per la sua decodificazione simbolica. La funzione simbolica grafica è indispensabile per comprendere il significato di ciò che si legge e che si scrive. Questa funzione simbolica grafica è una funzione mentale che si sviluppa grazie al gioco dell’attività senso-motoria e percettiva dei primi anni di vita e che sfocia nella possibilità di rappresentarsi mentalmente gli oggetti, prima evocandoli con simboli verbali e poi con simboli grafici. La funzione simbolica grafica permette di associare ad ogni simbolo grafico o “grafema” il relativo significato semantico e viceversa il significato semantico al simbolo grafico corrispondente; questo processo deve avvenire anche solo a partire dalla rappresentazione mentale di un oggetto o di un concetto.

La realizzazione della scrittura,oltre a ciò,necessita di una buona dissociazione ed indipendenza segmentaria spalla-braccio,avambraccio – polso-mano,collegata ad un buon supporto posturale stabile: una colonna vertebrale diritta con un busto eretto e non coinvolto nell’attività dinamica dello scrivere. Le prassie per scrivere devono poter essere realizzate in qualunque forma di spazio,adattate alla grandezza del formato del foglio disponibile. Senza questi prerequisiti psicomotori lettura e scrittura possono solo venir condizionate, cioè apprese,ma senza la capacità di adattarle a tutti gli spazi o di realizzarle spontaneamente a livello motorio. Lo sviluppo delle potenzialità logico-matematiche dipende anch’esso da una buona organizzazione delle funzioni psicomotorie ed in particolare dalla ricchezza della rappresentazione mentale,che viene stimolata dalla quantità delle informazioni sensoriali percepite e rappresentate.

Adriana Davoli nella sua dispensa: In preparazione all’insegnamento della matematica in prima elementare: proposte di valutazione delle difficoltà e delle capacità potenziali nel 2002, scrive che lateralizzazione, equilibrio e organizzazione spazio- temporale sono caratteristiche comportamentali di tipo generale che i bambini devono possedere all’ingresso della scuola elementare.

Le Boulch scrive nel suo testo: L’educazione psicomotoria nella scuola elementare
I problemi posti dalla strutturazione percettiva, collegata al movimento, svolgono un ruolo fondamentale nella genesi delle difficoltà nella matematica. […] il bambino di 7 anni, il cui sviluppo psicomotorio si è svolto normalmente, accede a uno spazio percettivo euclideo di natura intuitiva, prodotto già complesso si un’attività senso-motoria che si basa sull’insieme dell’attività motoria del bambino. Ma c’è uno scarto di parecchi anni tra questa percezione dello spazio, che si prolunga attraverso la possibile utilizzazione di immagini riproduttive e la rappresentazione mentale di uno spazio orientato, a partire dal quale le immagini anticipatorie permettono di situare gli oggetti, gli eventi e le loro trasformazioni. Per fornire un’adeguata teoria dell’intuizione geometrica bisogna dunque dissociare lo spazio percettivo dallo spazio rappresentativo.
La comprensione della geometria quindi, può avvenire solo se sono evoluti altri molteplici aspetti della organizzazione e rappresentazione degli elementi dello spazio: il riconoscimento delle forme, la discriminazione delle dimensioni, l’apprezzamento delle traiettorie e la loro interazione. L’aritmetica si basa su acquisizioni concrete ed operative riguardanti la seriazione ed altre quali: aggiungere, togliere, classificare, distribuire, moltiplicare.

L’organizzazione spazio-temporale è alla base della acquisizione della matematica in quanto la numerazione è una successione di elementi nel presente,come la percezione temporale, e,come tale va integrata. L’allineamento delle cifre è alla base delle possibilità di realizzare i calcoli matematici rispettando con la giusta collocazione i rapporti di quantità numerici.

La logica
L’articolazione tra il reale e la possibilità di “ragionare sul reale” avviene grazie alla funzione simbolica, in seguito si aggiunge la logica. L’intelligenza logica non consiste nel nominare gli oggetti, bensì nel ragionare sulle parole, invece che su di un’operazione concreta. La logica corrisponde alle leggi del funzionamento corticale. Nella logica formale si utilizzano le preposizioni linguistiche per affrontare i problemi reali. Questa funzione mentale corrisponde alla capacità di operare sulla funzione simbolica a partire dalla funzione simbolica stessa. I processi mentali, prima concreti e poi astratti di analisi, sintesi, deduzione, induzione, trasferimento ne sono la parte manifesta e sono una proprietà genetica del mentale.

L’intelligenza logica, secondo la tesi linguista, ha delle basi genetiche, che sono già presenti alla nascita, per svilupparsi nel corso dell’evoluzione mentale della persona.

Il livello conclusivo di questa evoluzione è la padronanza della logica formale, cioè della capacità di avere una logica collegata alla funzione simbolica di una funzione simbolica. La logica formale, è una funzione mentale innata: i relativi centri nervosi esistono già alla nascita, ma non ancora maturi, perché evolvano, sono necessari sia lo sviluppo delle funzioni psicomotorie collegate al linguaggio, sia lo sviluppo della funzione simbolica, fino alla capacità di realizzare simboli di simbolo, cioè l’astrazione. E’ quindi ipotizzabile un collegamento tra lo sviluppo delle funzioni psicomotorie, in particolare quelle collegate all’intelligenza senso-motoria e all’aggiustamento motorio globale e quello delle funzioni cognitive mentali. Ciò può avvenire tramite la rappresentazione mentale, prima funzione mentale, ma risultato dell’arricchimento percettivo- motorio. La funzione simbolica e la logica, quindi fondandosi sulle potenzialità di rappresentazione mentale beneficiano dell’evoluzione delle funzioni psicomotorie associate al linguaggio.

La funzione simbolica in rapporto alla scrittura e alla lettura
La funzione simbolica consiste nel mettere in relazione un segno o un suono (simbolo) con qualche cosa di reale; si manifesta su due livelli uno verbale ed uno grafico. La funzione simbolica è una funzione corticale orientata verso il reale; la prima manifestazione nel bambino della funzione simbolica è collegata alla attivazione della funzione uditiva. Ogni oggetto del reale è associato al suono corrispondente ed alla parola che individua l’oggetto.

La parola che designa l’oggetto diventa una proprietà dell’oggetto come il colore o la forma, grazie al processo di associazione verbale parola>
Non è quindi il linguaggio che corrisponde alla funzione simbolica, ma la comprensione di ciò che designa il linguaggio. Il centro dell’educazione del linguaggio non è quindi l’apprendimento delle parole, ma il fatto di riportare ad ogni istante le parole impiegate alla comprensione di ciò che la parola stessa designa. Questo fatto deve avvenire in tre livelli: quando si parte dalla parola, la funzione simbolica deve consentire la rappresentazione mentale di ciò che la parola designa; quando si parte dall’oggetto concreto, la funzione simbolica deve consentire di trovare l’immagine corrispondente; quando si parte dalla immagine mentale di un oggetto, la funzione simbolica deve ancora consentire di andare dall’immagine alla denominazione dell’oggetto e dalla denominazione all’immagine.

Aspetti della funzione simbolica
Vi sono due aspetti della funzione simbolica: la funzione simbolica verbale che corrisponde all’associazione suono-cosa e la funzione simbolica grafica che si traduce con l’utilizzazione del segno grafico- cosa. I segni grafici delle lettere della scrittura sono particolari microforme orientate nello spazio che il bambino deve poter decifrare verso i 6 anni.

La lettura e la scrittura hanno un codice proprio, la cui scoperta associa in permanenza una successione di suoni con un insieme di segni grafici specifici. L’apprendimento di questo codice grafico richiede lo stabilirsi di una relazione tra un certo numero di suoni ed i segni grafici corrispondenti. Deve quindi avvenire l’automatizzazione del codice sonoro-fonema con il codice grafico/scrittura-grafema.

Evoluzione della funzione simbolica e relativa educazione
Il linguaggio è il primo supporto che serve per lo sviluppo della funzione simbolica. In base all’evoluzione delle caratteristiche del linguaggio osserviamo differenti livelli d’integrazione simbolica:

1°) livello della funzione simbolica verbale: individuazione dell’oggetto
L’evoluzione iniziale del linguaggio segue quella delle funzioni psicomotorie. La prima utilizzazione del linguaggio è relativa alla individuazione degli oggetti; prima gli oggetti più vicini sul piano affettivo o sul piano della soddisfazione dei bisogni relazionali e nutritivi primari. Il linguaggio viene dunque utilizzato in funzione dei grandi bisogni fondamentali. In seguito al momento dell’apprendimento di prassie della vita quotidiana, il linguaggio diventa capace di individuare l’oggetto su cui si esercita l’utilizzazione: associazione delle parole con gli oggetti nuovi conosciuti in collegamento con l’obbiettivo dell’attività esplorativa. (Per esempio giocare con questo o quest’altro oggetto).

2°) livello della funzione simbolica verbale: individuazione dell’azione
L’individuazione di ciò che si fa con l’oggetto corrisponde all’utilizzazione del verbo che designa l’azione eseguita. Per poter sperimentare l’oggetto bisogna utilizzarlo in un certo modo, bisogna ottenere delle risposte motorie, cioè delle prassie che vanno a consolidarsi in automatismi. Il risultato dell’attività del bambino gli consentirà di servirsi dell’oggetto in modo appropriato. Ciò si traduce automaticamente in una parola nuova che è un verbo. Questo verbo riguarda le azioni esercitate dal soggetto sull’oggetto.

3°) livello della funzione simbolica verbale che si situa nel periodo preoperatorio: individuazione delle differenti qualità sensoriali
In questo periodo il bambino organizza finemente la strutturazione percettiva che gli consente l’utilizzazione di un vocabolario più ricco. Infatti la quantità delle parole e la specificità di queste diventa via via più precisa rispetto alla situazione. Queste parole devono poter designare non più degli oggetti, non delle azioni sugli oggetti, bensì le qualità degli oggetti stessi esplorate dai differenti sensi. Il bambino così potrà definire ciò che è liscio o ruvido, i colori, il molle o il duro, quindi è l’educazione sensoriale che si prolunga con un’analisi percettiva più raffinata che consente di individuare le qualità particolari di ciascun oggetto. A questo punto dell’evoluzione della funzione simbolica verbale, attorno ai 4 anni, si assiste alla comparsa di altri due fenomeni: generalizzazione del simbolo e comparsa della funzione simbolica grafica.

4°) livello della funzione simbolica verbale: individuazione delle generalizzazioni
L’accesso alla generalizzazione del simbolo avviene prima a livello verbale. Infatti ad un certo momento l’utilizzazione mentale del simbolo permette al bambino di comprendere che qualche volta una stessa parola individua più cose della stessa natura; cioè passa dallo stadio della comprensione del simbolo a quello della generalizzazione del simbolo, cioè al concetto. Arriva a riconoscere che la parola tavolo può designare oggetti uguali nella forma, ma diversi nella sostanza, dimensione, utilità, ecc. E’ in questo momento che il bambino si diverte a mettere insieme delle cose che lui considera uguali sul piano del genere: è il periodo del raggruppamento degli oggetti, della classificazione degli oggetti che bisogna stimolare con dei giochi particolari.

Evoluzione della funzione simbolica grafica
La capacità di simbolizzare graficamente emerge intorno ai 4 anni e mezzo/ 5 e corrisponde alla possibilità di utilizzare il disegno per esprimersi. Inizia così la seconda modalità per simbolizzare: comprende che un’immagine ha lo stesso significato dell’oggetto che le corrisponde. Può così cominciare a ragionare non più solo sugli oggetti reali, ma anche sulle immagini e quando avrà fatto questa relazione potrà lavorare sui segni grafici. Comincia ad esprimere il grafismo rappresentativo. Il bambino sa che per individuare qualche cosa di reale può utilizzare o delle parole o delle rappresentazioni grafiche. E’ in questo stesso momento che si situa l’apprendimento delle forme geometriche, con l’osservazione ed il riconoscimento della forma e la trasposizione di questa sul piano grafico. A questo punto il soggetto sa che esiste sempre una relazione tra il simbolo grafico il reale ed il sonoro: cioè tra il linguaggio ed il reale visto o rappresentato.

Non è ancora avvenuta la relazione tra il segno grafico ed il sonoro che è la tappa seguente e che è fondamentale nella comprensione della lettura e che mette in relazione sempre questo doppio sistema: reale- suono-segno, reale- segno- suono.

Con la scoperta delle forme geometriche e la scoperta del rapporto segno grafico- sonoro, che avviene a circa 5 anni, il bambino passerà dal “grafismo rappresentativo” cioè il disegno della forma geometrica, al “grafismo non rappresentativo” cioè simbolico.

A questo momento non rappresenterà più oggetti del reale, come la casa, l’albero, ma degli oggetti astratti come le forme geometriche o le microforme del tracciato grafico non simbolico, per passare successivamente a quello simbolico cioè alla scrittura.

Fonte: Psicoterapia.it
Autore: Elena Ester Simonetta

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