La crisi dei 40 anni esiste davvero

In Psicologia Clinica by Centro PSY

La felicità nel corso della vita segue un percorso a U, scende dopo i 20, arriva al punto minimo ai 40, e poi risale nei decenni seguenti, per riassestarsi su toni positivi. Dunque per tutti quelli che in questi anni stanno festeggiando il loro quarantesimo compleanno o si stanno preparando a farlo – generazioni nate nel 1972, 73, 74, 75 – alle prese con domande esistenziali, depressioni più o meno marcate, momenti di bilancio spesso inclementi, ecco in aiuto e a conferma l’ ultimo studio in materia, che dice così: si, la crisi di mezza età, o meglio le crisi dei 40 anni, esiste davvero.

Il campione tra Europa e Australia
Studiosi di psicologia sociale dell’ università di Melbourne (Australia), in collaborazione con gli specialisti della London School of Economics and Political Science dell’ università di Warwick (Gran Bretagna) hanno analizzato un largo campione di persone, di nazionalità australiana, britannica e tedesca. Migliaia di dati e di questionari che verificavano lo stato di soddisfazione personale e di felicità globale della persona in momenti diverso delle loro vite: a 35, 45, 55 anni e così via. Lo studio teneva conto anche dello status sociale dei rispondenti, verificandone titolo di studio, tipo di lavoro, stipendio, condizioni familiari, salute. I risultati sono stati poi pubblicati dall’ IZA (Institut zur Zukunft der Arbeit), l’ ente tedesco degli studi sul lavoro.

Il nadir del 40enne
Nonostante la crisi di mezza età sia sempre stata attribuita all’ arrivo dei 50 anni, quest’ ultimo studio sposta invece l’ attenzione sui primi 40 anni di vita. Secondo i risultati raccolti, tra i 40 e i 42 anni si raggiunge il nadir della crisi di mezza età, il punto più basso di anni difficili in discesa, e seguito però da decenni – dai 40 ai 70 – in cui la felicità media tende a innalzarsi di nuovo verso livelli ottimali, che si raggiungerebbero appunto a 70 anni. Oltre, poi, la ricerca non è andata.

Lavoro, figli, coppia: gli elementi della crisi
Ovviamente la curva a U potrà cambiare di persona in persona, a seconda delle scelte di vita e del momento personale in corso: vale per esempio, spiegano gli studiosi, per quelle famiglie che si trovano a 40 anni alle prese con i figli adolescenti, o che ancora non hanno avuto figli (se questo e’ uno dei loro obiettivi). Vale anche per quelle coppie che sono insieme già da molti anni e iniziano a sentire la monotonia del rapporto, così come per chi vive un’ esperienza professionale giunta a un punto di non ritorno, che per chi ha iniziato a lavorare prima dei 30 coincide abbastanza con la fascia tra i 40 e i 45 anni di età, crisi economica permettendo.

Una mezza età che si sposta sempre
Sul concetto di mezza età comunque gli studiosi hanno sempre lavorato, cercando di spiegarne i confini e le modalità, e spostando di volta in volta l’ ago a seconda del tema affrontato. L’Economist per esempio, solo un paio di anni fa, decretava che a 46 anni l’ uomo raggiungesse il picco di felicità, mentre uno studio inglese affermava che la mezza età non arrivasse prima dei 55 anni. Nemmeno un anno prima però,in America la mezza età veniva fissata intorno ai 35 anni. Tutti concordi comunque nelle diverse ricerche a segnare, negli anni tra i 40 e i 50, un momento di crisi fisica e mentale: uno studio inglese del 2012 avvertiva che a 45 anni il cervello entrava in crisi e cominciava così il suo declino cognitivo; altri puntavano il dito su tematiche più psicologiche e sul termine ” periodo dei bilanci “, legati in ogni caso a una certa vulnerabilità esistenziale.

Fonte: Corriere della Sera

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