Paletta e secchiello per curare anoressia, bulimia e traumi nei bambini

In Psicologia Clinica by Centro PSY

Ancora poco conosciuta in Italia, ma più diffusa all’estero. È la “Sand Play Therapy” (terapia del gioco della sabbia), la psicoterapia che usa la sabbia e il gioco per individuare e curare i traumi nei bambini vittime di abusi o violenze, i disturbi alimentari come anoressia e bulimia, le tossicodipendenze.

Il metodo fu elaborato verso la fine degli anni Cinquanta da Dora Maria Kalff (1904 – 1990), psicologa junghiana e allieva di Margaret Lowenfeld.
La Sand Play Therapy unisce due metodologie basate su: la “tecnica del mondo” (World Technique) di Margaret Lowenfeld e sulla psicologia analitica di C.G. Jung.
Margaret Lowenfeld, la pediatra che fondò una delle prime cliniche psicologiche in Inghilterra, elaborò gli strumenti adottati oggi dalla terapia: una cassetta piena di sabbia, o sabbiera, e vari oggetti in miniatura. L’utilizzo di questi strumenti permette di esprimere l’interiorità facendo affiorare elementi inconsci grazie al linguaggio simbolico del gioco. La possibilità di manipolare la sabbia creando un mondo immaginario, ma tridimensionale, permette di far riemergere anche esperienze traumatiche sepolte inconsciamente o volutamente. Esperienze a volte drammatiche che non si possono raccontare, che si ha paura di ricordare.
Anche se inizialmente indirizzata ai bambini, la terapia con la sabbia, si è evoluta per offrire un supporto anche agli adulti con problemi psicologici.

Il gioco con la sabbia offre un metodo terapeutico semplice, ma efficace, che dimezza in alcuni casi i tempi rispetto a una terapia analitica classica. In più, giocando con la sabbia il bambino è più disponibile nei confronti dell’adulto (terapeuta) e si riesce più facilmente a superare le barriere di diffidenza erette nei confronti del mondo e delle persone. Dopo alcuni mesi di terapia la maggioranza dei pazienti vede riaffiorare ricordi sepolti o rimossi dando la possibilità concreta di essere aiutati nel superamento dei traumi o dei blocchi.

Nel 1985, venne ufficializzata la terapia con il supporto di numerosi medici e terapeuti internazionali (tra cui anche due italiani: dr. Paola Carducci e dr. Andreina Navone) i quali fondarono la Società Internazionale per la Sandplay Therapy (ISST).

Fonte: lastampa.it

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