Il nuovo male: la Bigoressia

In Psicologia Clinica, Psicologia dello Sport by Centro PSY

“Bigoressia” è un termine coniato da alcuni medici e che trova la sua etimologia nell’inglese “big= grande’ e nel latino “orex=appetito’, ad indicare la “fame di grossezza’ ovvero il desiderio di possedere un corpo più muscoloso e più “asciutto’. Si tratta di una vera e propri patologia, alla pari delle due sopra citate, che porta ad una cronica insoddisfazione per il proprio aspetto fisico e ad un ossessivo timore (a volte direi proprio “terrore’) di perdere i propri muscoli e il proprio stato di perfetta forma magari raggiunto dopo anni di allenamenti, diete e sacrifici.
Tutto ciò è accompagnato da comportamenti auto-punitivi, infliggendosi allenamenti pesanti, spesso anche molto lunghi che portano anziché a progressi nel tempo ad uno stato di sovra-allenamento con le dovute conseguenze psico-fisiche nonché a diete o regimi dietetici drastici e molto rigidi che il più delle volte portano a quel che oserei definire una forma di “auto isolamento sociale’.
Ciò emerge quando si esce in gruppo, con amici che magari son anche essi frequentatori di palestre ma che non hanno la stessa “fissa’ e così, il bigoressico’ si ritrova puntualmente seduto a tavola, anche una volta al mese, terrorizzato dal dover ordinare una pizza o una birra per rientrare “nel gruppo’ o comunque per non dimostrare per l’ennesima volta la propria “asocialità’.
Non è da trascurare poi il deleterio e dannosissimo abuso di integratori alimentari come proteine, creatina, che favoriscono, appunto, la crescita muscolare o il suo mantenimento, e nei casi estremi steroidi anabolizzanti, GH, e quant’altro. Questo comportamento patologico può portare a disturbi dell’umore, a stati di angoscia e alterazioni dei rapporti sociali, divenendo un condizionamento a volte insostenibile oltre che nocivo, se pensiamo che un uomo (o una donna) non può certo vivere i suoi giorni in funzione di dieta e allenamento, avendo un lavoro, una vita affettiva, magari una famiglia e sempre poco tempo a disposizione.
I medici parlano di una sorta di “anoressia inversa’, in quanto l’anoressica rifiuta il cibo in cerca di una costante e maggiore magrezza, spesso fino all’auto-annichilimento fisico mentre il “bigoressico’ cerca i tutti i modi possibili ( allenamento all’estremo, alimentazione iperproteica, abuso di farmaci e sostanze “stimolanti’…) un volume muscolare sempre maggiore, vivendo nel terrore di perdere anche un solo etto di muscoli o di vedere crescere anche un piccolissimo “filo’ di pancia che copra il “tartarugato addominale tanto agognato e sudato’.
Io credo che tale problema sia troppo sottovalutato… Ogni giorno osservo in sala pesi questi “omoni ipertrofici’ perfetti come bronzi di Riace, massacrarsi sotto bilancieri e manubri, urlare dallo sforzo quasi per sottolineare la propria “grossezza’ e specchiarsi continuamente per controllare il volume del bicipite o il pompaggio dei pettorali appena “sfondati sulla panca piana’.
A volte mi sembrano essere prigionieri dello specchio, schiavi della propria immagine e del timore di sentirsi dire “Però, ti vedo un po’ più piccolo ultimamente’… Guai a sentirsi fare un’osservazione del genere! Sgranano gli occhi arrossendo e guardandosi disperatamente per constatare se effettivamente è così.
Non sorprende quindi il fatto che tale patologia sia stata ribattezzata anche come “Complesso di Adone’, personaggio della mitologia greca rappresentante l’idea della bellezza maschile come perfezione fisica nelle forma estetica.
E’ curioso notare poi come siano andati di pari passo l’evoluzione del concetto di “perfezione fisica’ e quello di modelli “materiali’ disponibili ad esempio, nel mondo dei giocattoli.
Fu proprio lo stesso Harrison Pope, l’Autore delle prime ricerche sull’argomento, ad osservare la particolare e palese evoluzione del famigerato BIG JYM, giocattoli tanto in voga negli anni della Barbie.
Il primo Big Jym (del lontano 1964) era infatti morfologicamente simile ad un uomo medio, in forma si, ma non eccessivamente magro né ipertrofico… cole tempo e gli anni, con l’avvento del Business Fitness, mentre la Barbie dimagriva sempre più fino all’attuale con gambe da stambecco e bacino con diametro quasi inferiore alla testa, il Big Jim cresceva sempre più in muscolatura, divenendo simile al classico attuale body builder che costruisce il suo corpo con ausili non sempre legali e salutari…
Che dire…
Anche il body building, come lo sport agonistico col doping, subisce continuamente modificazioni nella concezione del suo stesso significato, finendo spesso per essere un’arma a doppio taglio, avente un obiettivo ammirevole che poi devia verso strade meno vantaggiose e impiegando mezzi spesso dannosi e pericolosi.
Conclusione: meglio un sottile filo di “pancetta’ ma un sorriso smagliante e una vita felice e libera che un addome tartarugato “artificialmente’ e una vita condizionata da stereotipi esterni e tra l’altro in continuo cambiamento.

Fonte: My personal Trainer

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