La pazienza: una questione di ritmo

In Psicologia Clinica by Centro PSY

La pazienza è una qualità che solitamente le persone fanno fatica a definire. Se si invita infatti la gente a dire cosa gli viene in mente pensando alla pazienza, si otterranno risposte le più svariate: un anziano apatico, un uomo rassegnato, l’essere pigri, l’essere disinteressati, etc. Anche all’impazienza è legata una differente percezione nelle persone: c’è chi la collega ad un giovane vivace, chi ad un bambino capriccioso, chi all’essere ansiosi, chi ancora all’essere determinati. C’è chi poi considera pazienza e impazienza due qualità innate, come sarebbero il colore degli capelli o la lunghezza dei piedi.

La pazienza si apprende

La pazienza è una qualità fondamentale e certamente non è innata, anzi la si apprende e la si sviluppa con il risoluto esercizio della volontà, intesa non tanto come forza di volontà ma come funzione dinamica, come energia del cambiamento.

I bambini sono impazienti: se hanno fame piangono, se non hanno la mamma magari si disperano. Anche gli adolescenti sono impazienti, mordono il freno per restare qualche ora fermi a scuola. Ma anche i bambini, anche i ragazzi, se vogliono riuscire in un gioco come in uno sport devono da subito riuscire a disciplinare i loro impulsi, Devono imparare anche a stare fermi, attenti e poi scattare quando è il momento giusto, né un momento prima, né un istante dopo. Devono magari ripetere pazientemente centinaia di volte lo stesso movimento per migliorarlo sempre più.

Saper attendere

Molti quindi confondono la pazienza con la pigrizia, l’apatia, la rassegnazione e il disinteresse. Tutti stati psichici caratterizzati dalla mancanza di energia vitale. Invece la pazienza è proprio la capacità di controllare una grande energia vitale senza farsene travolgere, ma indirizzandola a buon fine. Nei momenti difficili della vita noi dobbiamo essere capaci di perseguire tenacemente una meta, di volerla con tutto noi stessi, eppure dobbiamo anche saper aspettare. Certo sarebbe più facile sbattere i piedi o dare in escandescenza. Più difficile è invece sopportare la prima, la seconda, la terza sconfitta e, ogni volta, ricominciare, cercando nuove strade, nuove intese.

Ogni volta che dobbiamo affrontare una grande prova, come un esame, un lavoro, una malattia, ma anche un amore, il vero ostacolo è saper resistere giorni e giorni alla più tremenda incertezza. La pazienza è in un certo senso la qualità del ricominciamento, perché deve rinascere ogni giorno, ogni ora, ogni minuto, ogni istante. Per tenere duro è necessario ricominciare a farlo infinite volte.

Cambiare ritmo

A guardar bene, la pazienza è spesso una questione di ritmo, nostro e degli altri. L’impazienza infatti ci fa perdere noi stessi. Siamo così abituati ad andare di fretta che non ce ne accorgiamo più. Presi da un ritmo incalzante, trascuriamo ciò che davvero importa nella vita. Spinti dal demone della fretta dimentichiamo la nostra vera natura, la nostra anima: i nostri sogni, la gioia di vivere, lo stupore e la meraviglia.

A questo proposito concludo riportando una breve storia:

“Un gruppo di trasportatori messicani portavano a mano varie apparecchiature per alcuni studiosi che dovevano svolgere ricerche in luoghi poco accessibili. A un certo punto i trasportatori si fermarono assieme, senza dire nulla. Gli scienziati si stupirono, poi si irritarono, quindi si infuriarono. I messicani sembravano in attesa di qualcosa. Poi d’un tratto si rimisero di nuovo in moto. Uno di loro finalmente spiegò agli scienziati che cos’era successo: “Eravamo andati troppo veloci e ci eravamo lasciati indietro l’anima. Ci siamo fermati ad aspettarla”.

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