Il tarlo della gelosia

In Psicologia Clinica by Centro PSY

Comunemente si tende a pensare che la gelosia sia sinonimo di passione e di amore, ma non è esattamente così. La gelosia si caratterizza per la presenza di un rapporto triangolare, ai cui estremi troviamo: chi è geloso, l’oggetto della nostra gelosia, e infine chi la provoca o colui nei confronti del quale si è gelosi. Possiamo dire che in generale la gelosia insorge in seguito alla percezione di una minaccia a una relazione affettiva. Di solito siamo gelosi quando pensiamo che il partner è attratto da qualcun altro. Tuttavia ciò che scatena quest’emozione può andare molto al di là e comprendere un’ampia gamma di situazioni. Potenzialmente siamo gelosi ogniqualvolta un qualche tipo di interesse può distogliere seriamente il nostro partner da noi e dalla relazione che ha con noi. In questo senso si può essere gelosi quando l’altro trascorre del tempo con gli amici, con i familiari, o anche quando sentiamo che è molto preso dal lavoro o dallo studio.

Resta comunque il fatto che la situazione esterna scatenante più frequente, ma anche quella che più facilmente ci viene alla mente è quella in cui c’è un rivale. Inoltre, in casi del genere, non è necessario aver visto il nostro amato amoreggiare o civettare, venirne a conoscenza tramite altri, o comunque avere delle prove. L’importante è credere che l’amato abbia un interesse per qualcun altro, interesse che può essere sia di tipo sessuale sia sentimentale o di entrambi i tipi, a prescindere da quanto questa credenza corrisponda o no alla realtà.

Perché siamo gelosi?

Per molto tempo il fattore che gli psicologi hanno considerato all’origine di una maggiore propensione alla gelosia è stato il livello di autostima. Da questo punto di vista, una persona che pensa male di sé o ha una bassa autostima è facilmente portata a vedere ogni situazione che distoglie l’attenzione del partner da lei come una minaccia al rapporto. Tuttavia, l’esperienza di tutti i giorni ci offre una casistica molto ampia di esempi che mettono in discussione la validità di questo fattore scatenante. Ci sono persone che sembrano trarre un’enorme soddisfazione dal successo ottenuto in diversi ambiti della propria vita, ad esempio nel lavoro, nelle amicizie, nel tempo libero, e ciò lascerebbe supporre la presenza di una buona autostima. Nello stesso tempo, però, nella vita di coppia queste persone sono tormentate dalle pene della gelosia. Situazioni del genere fanno riflettere: come mai una persona sicura di sé e di successo si sente così facilmente minacciata se il partner è attratto da qualcun altro o semplicemente coltiva un interesse che sembra allontanarlo da lei? In realtà non è tanto l’autostima in generale l’aspetto da tener presente, ma semmai è quanto una persona si sente adeguata, a proprio agio e sicura all’interno di una relazione d’amore.

Sicurezza e gelosia

Esiste infatti una relazione negativa tra sicurezza personale e gelosia, che si può sintetizzare in questo modo: tanto più si è sicuri, tanto meno si è gelosi. Una prima configurazione si ha quando sia la propria immagine sia l’immagine degli altri sono positive, si pensa cioè di essere degni di amore e si pensa anche che gli altri sono ben disposti e ci vorranno bene. Questa configurazione predispone verso una modalità d’amare o attaccamento che viene definito sicuro. Le persone che presentano un attaccamento sicuro si muovono appunto con sicurezza in un rapporto e non sono spaventate da eventuali rivali o dal semplice fatto che il partner ha altri interessi al di fuori della relazione: di conseguenza, la gelosia che provano è veramente minima.

E tu come ami?

Quando invece a un’immagine negativa di sé, che spesso porta a chiedersi: “perché mai qualcuno dovrebbe volermi bene?”, si associa un’immagine positiva degli altri, di solito si ha un forte bisogno di ottenere conferme in positivo dal partner e la modalità d’amare viene definita attaccamento preoccupato. In questi casi, qualsiasi interesse che distoglie il partner dalla relazione che ha con noi costituisce una minaccia e, di conseguenza, si è più soggetti alla gelosia.

E così, al minimo sospetto, si tende a spiare ogni mossa dell’amato, per paura di perderlo e ci si aggrappa a lui nel tentativo di tenerlo vicino. Nello stesso tempo però, si rimprovera spesso l’amato, cercando di farlo sentire in colpa per ogni minima mancanza di attenzione e di riguardo, nella speranza che, così facendo, si riuscirà a modificarne il comportamento. Purtroppo queste reazioni spesso producono nel partner un comportamento opposto. Sentendosi spiato e sotto osservazione anche senza un motivo apparente, l’amato tenderà a prendere le distanze, nel tentativo di recuperare quella libertà di cui si sente privato. E così la reazione del partner provocherà il riaccendersi della gelosia, in un circolo vizioso senza fine.

Geloso io?

Infine, le persone con una rappresentazione interna positiva di sé e una negativa degli altri hanno una modalità d’amare che viene definita attaccamento evitante. Esse si caratterizzano come abbastanza indipendenti dalla relazione, e semmai hanno il problema di non riuscire ad innamorarsi facilmente di qualcuno. Per questo motivo, provano meno facilmente l’emozione della gelosia, e anche quando la provano, non subiscono a lungo le conseguenze negative di questa emozione: anche di fronte all’evidenza di un tradimento non si disperano all’idea di perdere il partner, ma semmai reagiscono aggredendo il rivale e scaricando su di lui la colpa dell’accaduto.

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