I disturbi del desiderio sessuale: cosa sono, come trattarli?

In Psicologia Clinica by Centro PSY

Che cosa sono i disturbi del desiderio sessuale?
Il Diagnostic and Statistical Manual of Mental Disorders dell’American Psychiatric Association, nella sua ultima edizione (DSM-IV) classifica le disfunzioni sessuali del Desiderio in:

1) Desiderio Sessuale Basso
Si può fare questa diagnosi se si verificano tutte e tre le seguenti condizioni:
• Fantasie sessuali e desiderio di attività sessuale persistentemente o ricorrentemente carenti (o assenti). Il giudizio di carenza o assenza viene fatto dal clinico, tenendo conto dei fattori che influenzano il funzionamento sessuale, come l’età e il contesto di vita del soggetto.
• L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.
• La disfunzione sessuale non è meglio attribuibile a un altro disturbo psichiatrico (ad eccezione di un’altra disfunzione sessuale) e non è dovuta esclusivamente agli effetti fisiologici diretti di una sostanza (per es. una sostanza di abuso, un farmaco) o di una condizione medica generale.

2) Avversione sessuale
La caratteristica più evidente è l’immediata paura irrazionale del soggetto per il sesso o il suo rifiuto.
Il sintomo fobico è sostenuto dall’impulso irrefrenabile a sfuggire alla situazione sessuale temuta e considerata ripugnante, questo ostacola la persona nell’avere esperienze sessuali positive di correzione.
L’avversione sessuale esprime sempre marcate difficoltà emotive verso il sesso in condizioni psicologiche e psicopatologiche che coinvolgono estrema ansietà, sentimenti di terrore, attacchi di panico e manifestazioni somatiche (nausea, palpitazioni, vertigini e difficoltà alla respirazione).
In alcuni casi l’avversione è estesa versa tutti gli stimoli a valenza sessuale, compresi baci e toccamenti.
Questa eventualità è associata spesso, come accade in patologie come l’anoressia nervosa, a un disturbo dell’immagine corporea (o comunque a un vissuto negativo del proprio corpo) e a una cattiva elaborazione della propria femminilità.
Ne possono essere causa anche esperienze sessuali traumatiche vissute nell’infanzia o nell’adolescenza, quali molestie o abuso sessuale.
Il DSMIV per la diagnosi di Avversione sessuale considera necessarie tutte le seguenti condizioni.
Persistente o ricorrente estrema avversione ed evitamento di tutti (o quasi tutti) i contatti sessuali genitali con un partner sessuale.
L’anomalia causa notevole disagio o difficoltà interpersonali.
La disfunzione sessuale non è meglio attribuibile a un altro disturbo mentale (tranne un’altra disfunzione sessuale).
A volte la mancanza di desiderio o la sua ipoattività dipendono da inibizioni psicologiche transitorie: un periodo di stress particolarmente intenso, impegni di lavoro più pressanti del solito, preoccupazioni per la salute di un familiare, un periodo di tensione nel rapporto di coppia e tante altre problematiche, che quando si accentuano, possono interferire con il desiderio.
Il desiderio sessuale individuale o di coppia appare nelle domande sessuologiche immerso in una dimensione sociale che ha subito recentemente un’evoluzione paradossale.
In passato, si riteneva che l’uomo giovane e virile fosse il portatore del desiderio più forte e dell’erotismo più naturale, mentre donne erano più portate alla dolcezza. Oggigiorno sono proprio gli uomini giovani dai trenta ai quaranta anni, presentano più sovente disturbi del desiderio, la sessualità ha cambiato volto, da fatto privato e confinato nella stanza da letto è diventato un fenomeno pubblico, un prodotto di consumo, un territorio di prestazione e di confronti, un supporto alle forme più svariate della pubblicità.

L’uomo che trovava nella conquista il motore del suo desiderio si scopre oggi sovente conquistato, e soprattutto, obbligato a riuscire.
Emerge frequente la paura dell’uomo di fare brutta figura, in particolare il timore che gli amici lo vengano a sapere. La paura di essere “ tradito ” si è trasformata in una paura di non essere all’altezza. In quest’ottica fare l’amore con piacere è diventato un nuovo dovere sociale.
Se vissuta in questi termini la sessualità, si allontana da ciò che significa desiderare qualcosa, desiderare una persona, creare quei movimenti interni che spesso ci portano ad andare verso “l’oggetto” desiderato.
All’inizio di una storia, il livello di desiderio tra due persone è, e dovrebbe essere altissimo.
Nel campo della sessuologia, “Il desiderio” consiste in fantasie sull’attività sessuale e nel desiderio di praticarle. E’ proprio questo desiderio di pratica e la conseguente soddisfazione che alimenta il desiderio perché l’insoddisfazione di tale progetto determinerà un’inibizione dello stesso e una maggiore prudenza in una successiva situazione.
In un rapporto di coppia il desiderio per esistere e mantenersi deve potersi fondare su un’attenzione calda e piacevole della relazione tanto da permettere una libera espressione del proprio desiderio volto così alla ricerca del piacere.
Desiderare di far l’amore con una persona è qualcosa che spesso va al di là della semplice sessualità. Ma nel lungo periodo qualcosa può cambiare. E tutto non è più come prima.
“Desidero” ancora questa persona o “Non la desidero più”?
Ci si comincia a fare queste domande e spesso le questioni caratteriali prendono il sopravvento. Non desiderò più questa persona perché realmente non ne sono più attratto o perché questa persona contraddicendomi non mi fa sentire più amato/a? La fiamma iniziale comincia piano piano a spegnersi e il desiderio lascia il posto all’ego.
La disponibilità gioiosa verso l’esperienza sessuale diminuisce.
Le cause intrapsichiche sono spesso la ragione della diminuzione del desiderio sessuale.
Le paure infantili, le inibizioni derivanti dalla religione e i blocchi emotivi possono condizionare la sessualità e l’intimità, quando ciò accade, i risultati sono drammatici.
Taluni pensano che disturbi del desiderio sessuale siano indicativi di una problematica di coppia, una mancanza o di una perdita di differenziazione nella relazione.
Ciò significa che ambedue i partner stanno perdendo la loro capacità di attuare uno sviluppo personale rischiando di perdersi nell’altro, rileva come la differenziazione permette la relazione senza dipendenza dall’altro e promuove la capacità di vivere pienamente l’intimità, l’erotismo, la passione e l’accudimento.
Se ci accorgiamo che il nostro desiderio nei confronti del partner sta diminuendo, non lasciamo cadere la cosa ma domandiamoci perché, che cosa posso fare, che cosa è cambiato rispetto a prima.
Mantenere vivo il desiderio sessuale significa “Coltivare la coppia”, “Coltivare se stessi” permettendo a ognuno di noi di sentirsi rispettati.
In sessuologia clinica l’approccio più diffuso in questo periodo per trattare i disturbi del desiderio è quello integrato: si tratta di un approccio in cui confluiscono l’attenzione psicodinamica ai problemi intrapsichici, la terapia comportamentale con le mansioni e i compiti e l’approccio sistemico-relazionale. E’ molto importante ristrutturare alcune convinzioni della coppia e quindi poter lavorare insieme alla ricerca di soluzioni che coinvolgano la coppia e non solo il soggetto colpito dal disturbo sessuale.

Autore: Maria Letizia Rotolo
Fonte: Rolandociofis’ Blog

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